La pandemia del covid 19 ha messo ulteriormente in risalto come ci siano due verità, quella dei “vertici”, quelli che tranquillizzano, come il commissario Arcuri o il ministro Speranza, e quella della “base”, quelli che lanciano messaggi di allarme, come i medici e gli infermieri.

17/11/2020

15/11/2020

Ogni volta che andiamo su un sito internet ci appare subito un quadro con cui dobbiamo scegliere se accettare o meno di mettere a disposizioni i nostri dati per servizi commerciali, pubblicitari. Ci mettono a disposizione, ipocritamente, il pulsante “ACCETTA”. Ma se non accettiamo non ci fanno andare avanti nella lettura del sito. QUANTA IPOCRISIA.

Sarebbe opportuno eliminare tutta questa ipocrisia. Si sa che andando su internet si mettono a disposizione i propri dati, basta col darci questa illusione di poter scegliere.

Soprattutto se si pensa che all’origine la legge fu pensata per proteggere la nostra “privacy”. Poi però dobbiamo “accettare” di mettere a disposizione i nostri dati, cioè dobbiamo accettare di non avere più la nostra “privacy”. Una beffa.

Capitano giornate in salita, in cui sembra andare tutto storto, in cui l’umore non è dei migliori. E capitava, in queste giornate, che il sorriso inaspettato di una persona sconosciuta ci cambiava un po le cose, ci rimetteva in carreggiata, ci dava nuova linfa per affrontare il mondo, per dire che in fondo non tutta l’umanità è cattiva.

Ecco, ora, con le mascherine, si incontrano persone di cui vedi solo gli occhi. Non puoi avere il conforto di un loro sorriso.